specializzazione per il sostegno o per la materia di competenza (<— clicca qui)
LECCE – Continua il braccio di ferro per l’inserimento nelle graduatorie di chi ha studiato in Romania o in Spagna ottenendo la specializzazione per il sostegno o per la materia di competenza, con l’obiettivo di essere inseriti negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia per l’insegnamento nelle scuole italiane. Centinaia di professionisti hanno chiuso i propri studi, falcidiati dalla crisi, per provare la carta del lavoro a scuola, ma il sistema burocratico chiede titoli e percorsi che tutti si affrettano a guadagnare, alcuni optando per l’estero, visti i vantaggi formativi che si possono ottenere con l’Europa unita. L’anno scorso chi aveva questi titoli è riuscito a insegnare a suon di ricorsi, ma quest’anno c’è un nuovo ostacolo: la richiesta dell’equipollenza da parte di alcuni uffici scolastici provinciali. Questa novità ha prodotto l’inevitabile esclusione di chi ha presentato questi titoli ad opera di molti Uffici Scolastici Provinciali (anche se alcuni hanno proceduto alla solita iscrizione con riserva) per le rispettive classi di concorso dalle Graduatorie provinciali di Supplenza. Per gli avvocati Giovanni Morelli e Giuliano Giannini, legali specializzati nel diritto scolastico che collaborano con Uniformazione (società italiana di formazione, che è anche sede leccese della prestigiosa Università rumena Vasile Goldis, a cui si rivolgono centinaia d’Italiani per le abilitazioni), si tratta di un errore che i giudici amministrativi correggeranno certamente. “Non esiste un vero è proprio riferimento a monte che giustifichi l’esclusione – spiega l’avvocato Giannini – I presupposti dell’esclusione sono sbagliati a livello normativo: si pretende un decreto di equipollenza già emesso dal Ministero dell’Università, quando, in realtà, la normativa di settore chiede solo il possesso del titolo entro il 31 luglio 2021. È solo questo che la normativa richiede! Invece l’Ufficio scolastico provinciale pretende subito un decreto di equipollenza che non si può ottenere da un giorno all’altro.
Con questa pretesa l’amministrazione locale è andata oltre le richieste ministeriali, oltre le proprie competenze. In questo modo sono stati esclusi tutti i soggetti che hanno ottenuto le abilitazioni in Spagna e in Romania. Adesso siamo pronti a rivolgerci alla giustizia amministrativa per chiedere il reinserimento”. Le possibilità di reinserimento dei soggetti esclusi attraverso il ricorso sono altissime, secondo l’avvocato Morelli, “perché la normativa di riferimento è stata palesemente violata, quantomeno per l’inserimento quest’anno nelle GPS aggiuntive per l’insegnamento”. Chi ha acquisito il titolo all’estero puntava a lavorare proprio attraverso gli elenchi aggiuntivi: quindi nessuno si darà per vinto”. I tempi sono strettissimi: bisognerà rivolgersi subito al giudice amministrativo per chiedere l’inserimento prima dell’inizio dell’anno scolastico, che a Lecce inizia più tardi rispetto al nord. Le graduatorie di prima fascia consentono di essere chiamati prima rispetto a chi è in seconda fascia. La linea è quella di contestare subito l’esclusione decisa in autonomia dall’Ufficio Scolastico di Lecce “perché basato su una falsa pretesa del decreto di equipollenza”.
“L’ufficio scolastico leccese è andato oltre la sua competenza entrando nel merito del titolo e dando valutazioni su quest’ultimo – puntualizza l’avvocato Giannini – Si tratta di un atteggiamento incomprensibile, visto che la valutazione del titolo compete solo al Ministero! Solo il Ministero dell’Università può dire se un titolo è valido o meno: non può farlo in ufficio periferico, che dipende dal Ministero della Pubblica Istruzione! Va segnalato, peraltro, che la legge viene applicata a piacimento tanto che in alcuni altri Uffici territoriali (Chieti e Pescara) le diffide (come quelle inviate a Lecce) sono state accolte e i docenti esclusi sono stati riammessi negli elenchi aggiuntivi. Segno evidente che amministratori previdenti si preoccupano, giustamente, di tutelare alunni bisognosi del sostegno affidando gli incarichi a personale specializzato senza alimentare inutili e dispendiosi contenziosi. Le agenzie formative con una lunga esperienza sul campo sono già preparate a questi imprevisti: Uniformazione non si è fatta cogliere di sorpresa e si accinge a predisporre la documentazione richiesta dagli uffici scolastici (anche se non prevista dal Ministero) affiancando i propri studenti nei ricorsi. L’anomalia tutta italiana continua, in un’Europa unita solo quando conviene, con uffici provinciali che attuano provvedimenti diversi in giro per l’Italia: il risultato è disparità tra i diversi territori e un’incoerenza con la normativa. Toccherà, come sempre, ai giudici amministrativi rimettere le cose a posto.